UOMO PARLA, È GRATIS

Verona, 2/03/2014

imagesHo deciso, cambio il nome del mio blog. Basta Amore ai tempi dello stage. Rivogliamo l’amore ai tempi del telegrafo, o al massimo dei telegrammi.

Basta sms, whatsapp, chat, solo e semplicemente parole, quelle vere, quelle dette, non quelle che bisogna dedurre da un comportamento, da una “sparizione”.

Scorro gli status su Facebook, questo potenze mezzo di….non comunicazione. Sì perché adesso basta mettere uno status infelice per far capire alla persona amata/desiderata/ sperata/odiata ciò che si prova.

Non va di moda andare li e dirgliene quattro. Non è carino cercarlo e dirgli/le :”Ehi scusa, ma che ti succede?”oppure, peggio ancora:”Ciao, sai, mi manchi”.

Questo in amore come in amicizia, giochiamo al risparmio, do meno e soffro meno. E se proprio resta un po’ di sofferenza la si affoga nell’alcool. Parlo così ma non sono meglio degli altri.

Lo ammetto, neanche io sono il mago delle spiegazioni. Anzi. Una volta ero seriamente convinta che si dovesse sempre dire la verità. E allora che ho fatto? Di fronte ad un “mi piaci” ho risposto :”A me no. Ma non perché sono appena uscita da una storia, visto che il mio ultimo incontro ravvicinato con il genere maschile risale ai tempi del governo Prodi, proprio perché sono sicura che è un no.”

La sua risposta fu allucinante.

“Ma non potevi dirmi che eri confusa, oppure tirarmi fuori”un ti amo ma non posso?, sarebbe stato meglio”.

E allora ho deciso di seguire la massa, dandomi alle sparizioni, ai forse sì, forse no, ai “vediamo come va ma tanto alla fine non va”, così per temporeggiare.

Al tempo stesso io non posso proprio lamentarmi. Mesi fa ho offerto in sacrificio il principe azzurro in cambio della pubblicazione del secondo libro con la Feltrinelli, e siccome uscirà quest’anno, ormai non posso più ritirare l’offerta.

Certo è che ci manca l’uomo vecchio stile, quello che, diciamocela tutta aspetta che entri in casa alle 4 di mattina, quello che ancora ti offre la cena anche se tu guadagni più di lui, non dice venti bestemmie al colpo, ma soprattutto chiede come va perché vuole veramente saperlo.

Un modo come un altro per dire ci tengo a te. Ora facciamo un gioco, quante volte dal 1 gennaio 2014 avete detto ci tengo a te qualcuno? Uomo, donna,cugino, fratello che sia? 1, 2, 10, 20, abbastanza? Forse siamo ancora in tempo per rimediare allora.

Non credo che domani metterò in pratica ciò che ho scritto, magari non ci penserò nemmeno più, ma ciò che è certo è che la domenica mattina resto sempre allibita di fronte agli status sconfortati delle donne, e il sabato sera mentre sono bagno ascolto i loro discorsi. Ormai riesco persino a leggere le labbra delle donne sedute al bancone del bar, che ovviamente stanno parlando di…uomini! Sì, lo so, starete pensando che sono una stalker, no, sono solo una quasi giornalista, “deformata professionalmente” che ama osservare la vita e capirla.

Comunque tornando a noi, uomo, molla la birra, vai e parlale, l’alcool e gli amici possono aspettare e lei, si è già rifatta il trucco 20 volte, si è messa talmente tanta terra addosso che sembra appena tornata dal deserto. No, non ti serve un Mojito per dirle ciao. Oppure dille che sei confuso, ma di qualcosa. C’è crisi, si, ma puoi ancora parlare, è gratis, te lo assicuro.